PNRR: altra rapina ai danni del Mezzogiorno e della Calabria

L’approvazione avvenuta nei giorni scorsi del Recovery Plan che distribuisce circa 209 miliardi di risorse all’Italia rappresenta oltre che l’ennesimo furto nei confronti del popolo meridionale, un’offesa dell’intelligenza di chi ancora osa spulciare e sa leggere i documenti con attenzione. I criteri territoriali stabiliti in sede europea per la ripartizione delle risorse sono parametrati alla popolazione residente, al PIL, al tasso di disoccupazione degli ultimi cinque anni.

Nel PNRR di Mario Draghi sostenuto dal voto trasversale di tanti parlamentari calabresi sempre pronti e attenti a salvarsi la poltrona e lo stipendio, si legge invece:


“Il Governo ha deciso di investire non meno del 40 per cento delle risorse territorializzabili del PNRR (pari a circa 82 miliardi) nelle otto regioni del Mezzogiorno, a fronte del 34 per cento previsto dalla legge per gli investimenti ordinari destinati su tutto il territorio nazionale.”


Praticamente, non solo, non vengono rispettati i criteri stabiliti in sede UE secondo i quali dovrebbero essere avvantaggiate le aree depresse come il Mezzogiorno, ma a leggere testualmente sembrerebbe che il Governo italiano faccia una concessione misericordiosa al Sud. E’ inaccettabile che l’Italia sia ancora un Paese a trazione nordica. Tra federalismo fiscale e progetti di autonomia differenziata, dalla riforma costituzionale del Titolo V in avanti, i vari governi che si sono succeduti hanno accelerato il processo di disgregazione, impoverimento e fuga dal Mezzogiorno.


In uno studio curato da Equità Territoriale viene bene evidenziato come finanche il rimbalzo degli investimenti fatti al Sud abbia un effetto traino per le regioni settentrionali per il 40% mentre, a parti invertite il Sud, beneficerebbe degli investimenti fatti nel Nord per un misero 5%. Nel PNRR dunque è offensivo leggere i richiami ai criteri europei quando, facendo una semplice sottrazione, è evidente che dei 209 miliardi stanziati dall’UE, 127 miliardi vanno alle regioni del Nord contro i molto meno, ma tanto decantati, 82 miliardi destinati alle 8 regioni meridionali.
Pertanto, il lupo cambia il pelo ma non il vizio, in questo caso il governo Draghi espressione massima dell’establishment della finanza internazionale che speculerà sul recovery fund, fa passare per favore ciò che è diventato meno di un diritto “concesso” alle regioni del Sud Italia tra cui la Calabria ancora più penalizzata dal vistoso calo demografico subito nel tempo.
Auspichiamo che dinanzi a questa palese ingiustizia vi possa essere davvero una presa di coscienza di Sindaci e amministratori locali calabresi, delle deputazioni regionale e parlamentare, tesa a ristabilire una normale ripartizione delle risorse del PNRR capovolgendo, per una volta tanto nella storia del nostro Paese e del Mezzogiorno, la piramide dei manovratori.

 



MICHELE TRIPODI
DIREZIONE NAZIONALE PCI - PIATTAFORMA BERLINGUER – GENERAZIONE.COM

Posted: 30 Apr 21 By: Category: Comunicato Letto 1054 volte

Redazione

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